Il 2022 comincerà fra Strauss e Brahms e i temi immortali di Ennio Morricone - La Stampa

2021-12-31 16:25:52 By : Mr. Even Su

La voce de La Stampa

Concerto di Capodanno al Teatro Alfieri con l’Orchestra Melos Filarmonica e l’istituto “Verdi”. Sul podio il direttore ngherese di fama internazionale György Gyoriványi Ráth

L’Orchestra Melos Filarmonica era stata protagonista di due concerti particolarmente emozionanti lo scorso anno: a ottobre la formazione torinese, in versione ridotta, aveva proposto l’integrale dei Concerti Brandeburghesi di Bach al Teatro Alfieri aveva aperto e di fatto chiuso la «stagione» musicale, falcidiata dalla pandemia. «Era stata una grande soddisfazione - ricorda Giuseppe Santoro, direttore artistico di Melos Musica e violista - ma ora torneremo con qualcosa che darà emozioni differenti, all’insegna dell’ottimismo e della voglia di fare, anche se i tempi non sono tra i migliori».

L’Orchestra Melos Filarmonica domani sarà protagonista del Concerto di Capodanno con la guida di un grande direttore d’orchestra, l’ungherese György Gyoriványi Ráth. L’appuntamento è alle 17 al Teatro Alfieri. I biglietti costano 22 euro (17 loggione), occorrono il green pass rafforzato e mascherina FFP2.

«Il programma prevede un excursus sinfonico della tradizione di Capodanno della famiglia Strauss – spiega Santoro – oltre a un omaggio al Maestro Ennio Morricone, scomparso oltre un anno fa, con un medley che descrive l’inestimabile patrimonio artistico che questi ha lasciato. Nel brano si intrecciano alcune delle opere più rappresentative della sua sterminata produzione, sia per il cinema, sia per la sala da concerto. Un autore che non si è mai fermato e ha sempre sperimentato soluzioni nuove. Abbiamo poi scelto di eseguire due brani di Verdi nell’orchestrazione di Nino Rota. Inoltre, potendo contare sulla disponibilità di un artista come Gyoriványi Ráth, proporremo le spettacolari Danze Ungheresi di Brahms, che incantano gli ascoltatori ancora oggi, a distanza di secoli».

«Ci sarà anche un coup de theatre - aggiunge Santoro - proporremo un brano sinfonico molto divertente, “The typewriter” di Leroy Anderson, scritto nel 1950 e che fu scritta per la Boston Pops Orchestra all’epoca diretta da Arthur Fiedler, che ne fece un proprio cavallo di battaglia. È un pezzo che impiega una macchina per scrivere utilizzata come strumento a percussione. Per la sua originalità e la piacevolezza il brano ha fatto storia».

La pandemia ha modificato molte consuetudini nel mondo della musica. «È stato un periodo critico - commenta Santoro - dover stare fermi è un dramma per tutti. Ora per fortuna abbiamo trovato una volontà molto apprezzabile da parte dell’Amministrazione, una voglia di fare molto positiva. Non solo, questo periodo ha avuto aspetti negativi, ma anche qualche aspetto positivo. Per esempio, si sono rinsaldati rapporti umani che si erano allentati per vari motivi. Spesso gli ingaggi ci tengono distanti. Ma se hai creato dei rapporti è facile rinverdirli. Per esempio la collaborazione con l’Istituto “Verdi” di Asti diretto da Maurizio Fornero, cui tengo moltissimo».

György Györiványi Ráth

«È anche il caso di Gyoriványi Ráth - prosegue Santoro - che è un buon amico di lunga data. Ho suonato con lui quando dirigeva l’Orchesra della Rai negli anni ’90, poi l’avevo perso di vista. L’ho poi reincontrato di recente all’Opéra de Nice e al festival “C’est pas classique”. Da qui l’idea di coinvolgerlo. Ci siamo sentiti e siccome in questo periodo sarebbe stato in Italia ha accettato molto volentieri. La collaborazione dovrebbe proseguire anche a febbraio. L’importante è trovare un direttore di cui si abbia stima e che questa sia ricambiata». Il maestro Gyoriványi Ráth ha un lungo rapporto artistico con l’Italia: la sua carriera è iniziata vincendo il concorso «Toscanini» a Parma nel 1986. Caratterizzato da uno stile energico e da una lucidità interpretativa subito riconoscibile, ha lavorato in tutto il mondo, sia in ambito sinfonico sia operistico e collaborando con i principali solisti.